Regest
Übersendet drei landesfürstliche Dekrete betreffend Religionsbeschwerden der evangelischen Stände, Rückstellung Aquileias und Steuern des Kapitels von Aquileia. Umfangreiche Antwort der Stände mit Hinweis auf mögliche Rebellion ihrer Untertanen und Aufnahme von Kontakten mit Häretikern in Österreich und anderen Provinzen. Weiterhin feste Haltung Erzherzog Karls gegen Forderungen der Protestanten. Jurisdiktionsstreit zwischen Erzherzog Karl und Erzbischof von Salzburg. Notwendigkeit gemeinsamer Schritte Salzburgs und Aquileias zur Errichtung von Seminarien und zu Visitation.
Archiv
Arch. Vat. Nunz. Germ. 100, f. 191r—193r, Orig.
Brieftext
Con questa mia sarano tre decreti di S. A. : l’uno in materia della religione,1l’altro circa la restitutione d’Aquileia 2et l’ultimo del capitolo et canonici pur di quella santa chiesa. 3Quanto al primo credo che dovrà sodisfare a V. S. Illma poiché qua ogniuno lo commenda, et invero ci sono alcuni punti essentialissimi, come quello del jus advocatiae et delle parrochie, che sarano da trecento 4che dovrano restituire. Et ancora preme assai alli heretici quelle parole verae confessionis Augustanae, 5perché niuno di loro osserva la vera confessione Augustana et specialmente li predicatori, dimodo ché, contravenendo S. A., potrà pigliar occasione di revocare il restante. 6Ma quello che 159più di ogni altra cosa li preme è la separatione delle città, non essendo dubio che questo è la destruttione delle heresie di queste parti. Hanno risposto con un scritto molto verbosamente al decreto di S. A. 7et minacciano di rebellione delli vasalli loro, quali presupongono che siano della medema farina, ma è falsissimo, come altre volte ho scritto a V. S. Illma. Dicono ancora che sarano aiutati dalli heretici d’Austria, massime hora che se intende che l’imperatore non verrà più in quelle parti, per il che sono tutti quelli heretici esasperati et per tale effetto hanno mandato li provinciali un loro secrettario in quelle parti per sapere come si hanno da governare, et similmente hanno scritto a tutte le altre provincie di S. A. 8et al’ultimo si crede domandarono tempo di consultarsi con loro per tirare il negotio in longo; ma spero che S. A. non tollererà questa dilatione per più rispetti. Ultimamente allegano ancora che S. A. non doveva venire a determinatione alcuna circa le querelle che li ecclesiastici pretendono, se prima non haveva udito le ragioni della parte contraria et che sapevano esser falsissimo che li ecclesiastici si lamentassero, essendo hoggi più uniti et d’accordo con loro che mai et che questa novità era nata per le pratiche et subornationi del nontio; et in effetto concludono che se S. A. mancarà della sua parola, che non lascierano già di difendere con le loro proprie vite li confini, ma che li vassalli loro non voranno contribuire. A questa scrittura si è oggi risposto diffusamente et per le rime, et S. A. sta ferma nel contenuto del primo decreto. 9
Io ho poi havuto audienza et, se bene il principe va molto timido nel’ eseguire, nondimeno mi promette di voler persistere, insin tanto che ne veda il fine et conosce che è necessario procedere così et per servitio de Dio et per l’utile suo proprio et mi assicura di non voler 160far niente in questa materia, senza l’aiuto et consiglio mio, per usare le proprie sue parole, et mi ha consolato infinitamente con dirmi che spera io potrò dire : veni vidi et vici, et che ho fatto più in guadagnare il Cobensolo, che s’io havessi ressuscitato un morto. 10L’haver procurato che con bell modo si sia fatto penetrare alli provinciali della seconda dieta, ha causato che Hoffmam è venuto da me più volte con infinita sodisfattione di S. A. et vorebbeno che io lo guadagnassi, ma non mi basta l’animo. Io li ho ben messo tal timore che forsi presto se ne vederà il frutto, ma non mi è parso di disinganarlo a fatto circa il governo della prepositura, 11ma più tosto tenerlo in qualche speranza, conditionalmente se si diporterà bene in questa dieta, et di questo senso è stato S. A. ancora. Molte altre cose potrei scrivere che in questi frangenti occorrono, ma la speranza che io ho di poter presto scrivere il felice successo fa che non mi estendo più, se bene doppo che li provinciali haverano obedito resterà la esecutione, la quale mi fa paura et la tengo per difficilissima.
Quanto al decreto della restitutione d’Aquileia per altre mie ho fatto sapere a V. S. Illma che le conditioni sono durissime, ma che havevo ferma speranza che si sarebbeno accomodati alle cose del dovero.12Non lascierò ancora di dire che io sarei di opinione che fosse bene di non commettere a me il trattare la moderatione in questo negotio, né manco che N. S. rescrivesse qua quello che risolverà convenirsi alla equità et ragione, ma che facesse intendere a S. A. che, essendo il negotio tanto grave et ricercando matura deliberatione, che a S. Bne pareva esser espediente che l’A. S. nominasse un cardinale, quale fosse informato del fatto et si trattasse costà delle ragioni del’ una et l’altra parte, promettendoli che S. Stà non haverebbe lasciato di havere consideratione grandissima alle ragioni allegate da S. A.; però V. S. Illma saprà meglio di me quello che converrà.
Del decreto delli canonici non mi pare che ci sia materia da replicare, essendo conforme alla commissione che io ho havuto.13
Mi dispiace infinitamente che ogni giorno crescono le male sodisfattioni tra S. A. et l’arcivescovo di Salisburgo, per conto della giurisditione14et perciò io vado disponendo l’animo di S. A. che si contenti nominare doi consiglieri che, insieme con questi commissarii del’ arci161vescovo, trattino meco amicabilmente tutte le differenze, accioché noi o le possiamo risolvere insieme overo ne consultiamo S. A. Et spero che l’una et l’altra parte si contentarà et sarà di grandissimo servitio de Dio, ma l’arcivescovo tiene tanto male la sua diocese et è stato così negligente et dedito alla parcità del spendere che oltre l’esser il suo consiglio infettato di alcuni heretici, tutto il resto tanto delli ecclesiastici quanto delli vassalli suoi sta in pessimo stato et al fine, quando speravamo che fossero venuti qua per dar forma a una visita, si è scoperto che vanno... di dar questa cura alli archidiaconi delle provincie, quali sono et... senza littere et sperienza, cosa che sì come a me è dispiacciuta, così ha stomacato S. A. infinitamente. Et sarà pur necessario che una volta l’arcivescovo, insieme con il patriarcha d’Aquileia, si risolvino di muttar verso et errigere seminarii et ordinare una visita essentiale, altrimenti sì come per la mala vita delli ecclesiastici in buona parte è nata la heresia, così se non si cerca di remediare a questo, il revocare S. A. le concessioni sarà di molto poco frutto...
Fußnoten
- 1 Nr. 50.
- 2 Nr. 51.
- 3 Nr. 45.
- 4 Siehe Nr. 46, Anm. 2.
- 5 Nr. 50, Punkt 2.
- 6 David Chytraeus aus Rostock arbeitete auf Einladung der evangelischen steirischen Stände eine Kirchenordnung aus, die 1578 auf dem Generallandtag in Bruck für alle drei Länder — Steiermark, Kärnten und Krain — vorgeschrieben und in die Brucker Pazifikation eingeschlossen wurde (Loserth, Religionspacification, S. 67—84). Die Stände, die sich schon früher gegen die Täufer gewandt hatten, traten nun den Calvinisten entgegen. Die Dekrete Rudolfs II. und Erzherzog Karls gegen das Einschleichen der Calvinisten wurden sogar in die steirische Religionspazifikation aufgenommen (Loserth, Reformation und Gegenreformation, S. 309).
- 7 Ausführliche Antwort der der Augsburger Konfession ungehörigen steirischen Stände vom 15. Dezember. Darin berufen sie sich auf die Landesfreiheiten, drücken ihren Schmerz über das Dekret vom 10. Dezember aus, widerlegen die Beschwerden der Prälaten, erinnern an dis stets eingehaltene Religionspazifikation, versprechen, Lästerungen der Prädikanten zu bestrafen, weisen auf die Türkengefahr hin und beteuern ihre Treue gegen den Landesfürsten (Loserth, FRA II/50, S. 85—101).
- 8 Siehe Nr. 52, Anm. 6.
- 9 Antwort Erzherzog Karls vom 18. Dezember (Loserth, FRA II/50, S. 101—114).
- 10 Vgl. Nr. 37, Anm. 5, Nr. 40, S. 125f, Nr. 47 und 49.
- 11 Gemeint sind die bambergischen Besitzungen in Kärnten.
- 12 Nr. 46, S. 140.
- 13 Vgl. dagegen Nr. 63.
- 14 Siehe Nr. 53 und 58.