Regest
Eintreten des Adels für häretische Bürger. Baldige Rückkehr Erzherzog Karls. Probleme bei der Durchführung des Religionsdekretes.
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Arch. Vat. Nunz. Germ. 101, f. 212r—213r, Orig.
Brieftext
Significai a V. S. Ill.ma con le mie de 29 del passato1la resolutione che questi deputati havevano presa per venire in cognitione se li cittadini hanno animo di tumultare. Hora mentre s’era in procinto di farne esperienza sottrahendo li cittadini così fatto pensiero convenirno unitamente li nobili et si dechiarorno di non voler per l’avvenire permettere che alcuno del corpo loro comparisse a le citationi de li deputati, che se ad alcuno fosse fatto sforza che loro non erano per patirlo, che non potevano con sicura conscientia tolerare più che li consorti ne la loro religione fossero per l’evangelio et fede christiana banditi, incarcerati et confiscati li loro beni, et che però li volevano rechiamare come hanno fatto ultimamente, che piutosto erano disposti di morire che di volere prestare mai obedientia circa la religione, et che però pregavano li nobili che volessero repigliare di nuovo il loro patrocinio potendosi ben imaginare che come saranno superati loro, che anco li nobili saranno molestati, et che dal osservatione de le cose passate potevano venire in cognitione che queste inaudite crudeltà non erano di mente di S. A. ma suggerite da spiriti pernitiosi et inquieti et inimici de la natione Alemana. 2
281Li nobili, sicome hanno saputo ben essagerare et ampliare nel scritto,3che hanno presentato a li deputati, quello che da li cittadini li è stato detto, così hanno mostrato di farne tanto capitale che hanno havuto ardire di protestare tanto aspramente che se S. A. et la parte cattolica fossero al presente in procinto di dover tutti andare a fil’ de spada non si poteva usare né sensi più pregnanti né vocaboli più proportionati. Et a parte in viva voce hanno insieme insinuato che tra cittadini si è stabilito et confirmato con giuramento che il primo di loro che obedischi sia havuto per infame et sia lapidato dal popolo.
Questo accidente, il quale pare di tanto peso se ben ha ritardato in parte il pensiero di venire al accimento di quella prova che li deputati volevano fare, non ha però operato quello che li nobili et cittadini disegnavano et ciò era di fare desistere li deputati che non citassero et vandissero li cittadini, poiché hieri comparsero lettere di S. Ser.ma A., ne le quali dando conto di havere recevuto con molta sua consolatione il breve di N. S. et le lettere mie4ordina espressamente che non ostante le vane bravate di costoro si inherischi a la forma da lei prescritta a li deputati, et di più commanda a li consiglieri che mi debbano dire che io stia alegro che tra quindeci giorni l’A. S. sarà di ritorno 5et che alhora io vederò che farà il debbito suo, et che lei congnosce molto bene che tanta disobedientia non si può né si deve tolerare. Ma perché sicome per conservare l’authorità di S. A. et per non mostrare che per le minaccie de li heretici si sia lasciata l’impresa cominciata, è però non solo laudabile ma necessaria attione il seguitare di citare etc. così dal altro canto per esser noi più che certi che si haverà poca obedientia né si farà molto profitto, però per poter far qualche giuditio ben fondato del essito del negotio è necessario suspendere l’intelletto insinche S. A. sia qua.
Con tutto ciò non permetterò già di rappresentare a V. S. Ill.ma l’opinione de li piu precipui consiglieri. Li politici difficultano molto l’impresa, et quando se li dice se vogliono consigliare S. A. che retroceda, ancorché dicano di non, mostrano però che non vorrebbono che si fosse proceduto tanto oltre giudicando di essere intrati in tal giaccio che non possino né andare inanzi né tornare in drieto. Li zelosi sono consolatissimi, et seben inclinano al andare con ogni circonspettione 282insin al ritorno di S. A., parendoli che non sia per cascare il mondo in 15 giorni. Dicono però che da la forma di procedere de li heretici ne cavano doi bonissimi et salutari punti: Il primo è che S. A. se sarà pur una volta chiarita che le spetiose et blande parole de li sectarii hanno nascosto un veneno pestifero, et che però haverà occasione di procedere contra di loro virilmente, cosa che facendosi non si teme che la vittoria non sia per essere de la parte de li cattolici, et questo istesso confessano li politici et heretici. Secondariamente le piace che li cittadini non vogliono partire, come altre volte si è dubbitato, cosa che prima è stata preveduta da V. S. Ill.ma che da noi altri come io ho veduto per la sua de li doi del passato, 6né si vedendo come loro possino a lungho andare stare in casa d’altri e dispetto del padrone, né come il padrone possi, doppo d’haverli scacciati, permettere che a dispetto suo ci tornino, fanno perciò giuditio che per dura cervice che sia costoro non possino far di manco di non porre fra breve spatio di tempo il collo sotto il giogho de la obedientia . . .
Fußnoten
- 1 Nr. 179, vom 27. Juni.
- 2 In der Regel wurden mit diesen oder ähnlichen Ausdrücken die Jesuiten und Malaspina bedacht (Loserth, FRA II/50, S. 462, 548).
- 3 Schreiben vom 30. Juni 1584 an die zur Exekution des Religionsdekretes deputierten Räte (Loserth, FRA II/50, S. 551, Nr. 424).
- 4 Vgl. oben Nr. 170, Anm. 2; Brief Malaspinas an Karl nicht gefunden.
- 5 Vgl. unten Nr. 186.
- 6 Nr. 172.