Regest
Bau einer venezianischen Festung auf österreichischem Boden an den Grenzen Friauls zum Vorteil Italiens und Österreichs ein Anliegen des Papstes. Behandlung der vier in Salzburg lebenden Berchtesgadener Mönche.
Archiv
Arch. Vat. F. Borg. III, vol. 49 a, f. 5r–8v, Kopie
Brieftext
Considera N. S. così gran servitio che può risultare a tutta l’Italia et alla medesima casa d’Austria dal concedersi qualche opportuno suo alla republica di Venetia per piantare la fortezza a quei confini del Friuli1che se ben dalla corte cesarea viene risposta di debole speranza 2, vede S. S.tà 73ch’ella nasce da poca intelligenza del fatto et da certo giuditio corrotto da passioni de ministri, li quali se vedessero con questa negativa di poter impedire tutto ’l disegno, saria da credere che persisteriano senz’altro, ma sentano i preparamenti di volerla fare in ogni modo in altra parte, saranno ben ciechi da vero, se non conosceranno il suo vantagio, et in ciò sono i signor venetiani così risoluti che se non fosse stata ritardata l’essecutione da questo nuovo forte proposito spontaneamente da S. B.ne chiara cosa è che a quest’hora si sariano designati i fondamenti, però con questa certezza che cotal piazza s’habbia a fabricare et debba necessariamente essere contigua a tutti della casa d’Austria che tiene con la republica di Venetia confini tanto intricati et concentrati, vuole in ogni modo S. S.tà che V. S. Rev.ma ne dia un assalto gagliardo all’arciduca Ernesto adoprando gl’argomenti accennabili nella prima commissione del publico beneficio, et dell’utile privato della casa d’Austria, la quale se denegasse così honesta dimanda correria sempre pericolo d’essere imputata de qualche travaglio che ne potesse ricevere l’Italia poiché ella in questo modo si potria assicurare co’l finire la fortezza di Carlostadio de i danari che si potriano cavare da venetiani 3, et con la piazza ch’essi fabricano in luoco opportuno, il quale potria portare questo vantagio di più che sendo difeso in parte dalla natura, haveria bisogno de presidii minori dove facendosi in parte piana s’haverà a mantenere con soldatesca numerosa, la quale raddoppierà a . . . le causa di sospetti et di diffidenza, le ragioni sono tutte palpabili, a chi le ascolta senza preoccupatione di contrario effetto, et dalla bocca di V. S. Rev.ma usciranno efficaci, poiché si tratta di difendere la sua propria casa, oltre la cura che deve essere in lei di ben essequire gl’ordini di N. S., il quale in somma vorria ch’ella si sforzasse di persuadere l’arciduca Ernesto ad intendere bene il negotio et volerlo anco far . . .apiare nella corte cesarea per il qual’effetto alla forza della ragioni aggiongerà V. S. Rev.ma anco il desiderio di S. B.ne al cui amore che si dichiarerà ogni dì con opere maggiori, si deve pur corrispondere almeno in quelle cose, ove se pur si vuol ascondere l’evidenza dell’utilità privata et publica, almeno niuno potrà mai dire che sieno dannose, poiché, come s’è detto, la fortezza s’ha da fare in ogni modo et forse il fuoco che s’eleggora (?) sarà alla casa d’Austria più disavantagioso che quello che da lei 74s’accettarebbe con buona compensa, et con obligatione grande, et che saria causa di maggiore colleganza ne communi pericoli presenti o futuri. Vedrà donque V. S. Rev.ma di cogliere tempo opportuno per fare tal’officio, poiché si presuppone ch’ella possa senza longo camino incontrarsi con l’arciduca Ernesto, et sia secura che farà servitio gratissimo a S. B.ne, se ne potrà cavare buona conclusione.
Quei quatro frati discoli danno materia di gran romore4, pareva qui che gl’ordini fossero venuti a V. S. assai chiari sopra di loro; et che dovesse procedere come conveniva alla qualità della causa, et al grado ch’ella tiene, al quale è dovere che sia da tutti portato il debito rispetto; s’ella haverà deliberato di farli uscire dalla provincia, sarà poco male, pur ché si proveda che non infettino gl’altri luochi, ne quali entreranno, intanto s’haverà anco a provedere di riempire il monistero di Berchdesgadense, aciò non s’intermetta il cullto divino, ma veda ella di porvi monaci buoni et non ingrati al preposito vecchio senza mirare che si cavino più d’un luoco che da un’altro né che in ciò si sodisfaccia ad interessi o compiacimenti d’altri, il che le verrà meglio fatto; e informatasi da padri di Giesù o da altri che habbino buona conscienza et disposte le sue prattiche farà sentire tutto in tempo la risolutione et l’essecutione come tuono et lampo, che così si leverà ogni contrario perché ogni uno doverà acquetarsi all’autorità del ministro apostolico; camini in questo et nel resto innanzi allegramente nell’offitio suo, et s’assicuri che a me sarà cara ogni occasione di procurarle mercede et honore . . .
Fußnoten
- 1 Siehe Nr. 21, 27, 47.
- 2 Bedenken kamen nicht nur der Regierung, sondern auch die Verordneten der Grafschaft Görz wollten nicht, dass die Venezianer auf österreichischem Gebiet gegen Karfreit oder Tolmein die Straße verbesserten oder aus den landesfürstlichen Wäldern Holz für den Bau der Festung erhalten: Görz, Archivio Storico Provinciale P 16, Nr. 24, f. 481–485. 539–546.
- 3 1578 bewilligte der Papst 40000 scudi für Befestigungen an der Türkengrenze, wovon ca. 20000 für den Bau von Karlstadt herangezogen wurden. Innerösterreich hat außer umfangreichen Robotleistungen 350000 fl zum Bau der Festung Karlstadt beigetragen: Rainer, GN I, 204 A. 28.
- 4 Siehe Nr. 26.