Brieftext

Con lettere di V. S. R.ma di Ettinga de 15 di giugno è venuto il dupplicato delle altre de 28 d’aprile di Possa,¹le quali pure erano capitate prima, sebene un poco tardo, et havevano causata quella risolutione che haverà ella poi inteso intorno alle cose di Eistadio, sopra le quali è per huomo prattico et zelante che ricorda doversi procedere con molta circonspettione per dubbio che la medicina non basti a sanare il male di quella chiesa, ma più tosto a fare una massa de cattivi humori, che scoprendosi poco da poi habbia da causare maggiori pericoli in tutto ’l corpo, è vero che costui non mostra di sapere tutte le circonstanze, che passano nel maneggio, ma solo che si tratti di coadiutore, che riseda nel castello et che ’l vescovo s’habbia da ritrare nella casa canonicale con la sua poco honesta famiglia, ove però presuppone che vorrà reggere et che perciò vorrà coadiutore proportionato a disegni suoi. ²Il che si scrive a V. S. R.ma perché v’apra bene l’occhio, né lasci fare empiastro, che accresca le miserie di quella chiesa, poiché ’l negotio si governa secondo li suoi consigli et N. S. risponsa nella diligenza et avvedimento suo.

Mons. di Cremona che doverà essere non lontano da coteste contrade, haverà anco cura di purgare le sospitioni, che potessero havere alterato l’animo dell’arcivescovo di Salsburg verso V. S. R.ma affinché si resti da ogni parte in una buona amicitia; però sarà bene ch’ella lo facerà informare del seguito,³acciò sappia come rispondere alle obiettioni, che si facessero, le quali torno a dirle che qui non penetrano ad alcuno pregiuditio di lei.

Nel particolare del canonico Reggini s’è fatto tutto quello, che s’è potuto et se restarà altro non mancarò di farvi ogni offitio che mi sia ricordato da procuratori suoi⁴. . .