Regest
Erzwungenem Rückzug im Religionsgeschäft soll baldiger Angriff folgen. Bereitschaft des Papstes zu Hilfe für Erzherzog Karl. Abwartende Haltung bezüglich Rückstellung Aquileias. Steuern wegen Türkengrenze nicht nur für Kapitel in Aquileia, sondern für alle sehr hoch. Seeräuberei der Uskoken. Geburt einer Prinzessin.
Archiv
Arch. Vat. Nunz. Germ. 100, f. 260r—261r, Orig.
Brieftext
Due lettere di V. S. Illma ho ricevuto questa settimana: l’una delli 11 et l’altra delli 18 di febraio1et non ho potuto prima dar risposta, non si essendo presentata occasione di messo per cotesta volta, hora fuori di ogni speranza et al’improviso si parte un gentilhuomo per Venetia, et così ho voluto sodisfare al debito mio. 2Non ostante che la dilatione sia stata data alcune settimane sono, ho nondimeno giudicato esser necessario di significare a S. A. quello che V. S. Illma mi commanda nelle sopradette sue et, per animarla maggiormente et acciò conoschi che non ha ragione di dubitare d’esser abbandonato a fatto nelle sue necessità, massime quando si mette in esse per servitio de Dio et beneficio della religione, et essendo noi in opera per non fermarsi molto nel porto, nel quale per le tempesta si è giudicato necessario di ritirarsi, 3ma di voler le velie et far camino, mi pare esser stato molto espediente che qua si sappia quanto nelle cose honeste si possano promettere di S. Bne. Io non ho voluto venire ad individuo alcuno per degni rispetti circa la quantità delli danari, ma simplicemente ho detto che S. Stà, havendo inteso l’ostinatione delli heretici, haveva comminciato a dar principio buono per sovvenire l’A. S. per ogni evento, che havesse potuto succedere. 4Dalla lettera di S. A. diretta a N. S. V. S. Illma potrà conoscere quanto accetto le sia stato il veder per esperienza, che S. Bne fa de fatti quando altri ancora fanno il simile come il dovero comporta. 5Leggei poi li brevi 220a S. A. 6et non poteva contenersi dalle lacrime, ma mi disse che quello che lo commoveva era il vedere che S. Bne havesse le cose sue così a cuore, non che egli facesse fondamento nel’ aiuto de’ danari da quelli principi, et perché nel foglio qui incluso 7scrivo diffusamente quello che mi occorre in questo particolare di far sapere a V. S. Illma, non starò a dir altro, se non che io non lascierò di aprir ben gli occhi, inanzi che io vengha al sborsso delli danari, et V. S. Illma potrà haver conosciuto dalle mie delli 24 del passato 8il senso che ho havuto in questo.
Ho letto le scritture di mons. patriarca9et conoscho che ha ragione, ma non mi basta l’animo di perfettionare il negotio se S. S. Rma non condescende a qualche conditione, come ho scritto per lettere duplicate a V. S. Illma, alle quali mi rimetto et ne sto aspettando risposta per poter trattar con qualche fondamento riuscibile questo negotio, il quale mi è a core grandemente. 10
Quanto alli canonici, io ho scritto a V. S. Illma11ancora il mio senso qua non è persona che mi informi et loro mi scrivono che vorebbeno esser esenti a fatto delli beni, che hanno in Gradisca, cosa che non si otterrà né la ragione lo comporta, ma se manderano una nota delle intrate con le gravezze, ritrovandosi che le contributioni ordinarie siano escessive, allora si potrà far officio buono et con speranza di cavarne frutto, ma mentre che loro staranno fermi di non voler contribuir niente di quelli beni, non otterranno cosa alcuna et non bisogna che subito che si supera una difficultà in favor loro, che mettino mano a un’altra, perché qua se ne accorgano et tanto più li dispiace questo, quanto che S. A. non ha lei utilità alcuna dalle contributioni ecclesiastice, ma vanno in mano delli provinciali per guardare li confini del Turco et in verità che qua per tutte le provincie sono così escessive, che li ecclesiastici sono sforzzati ogni giorno di alienar beni, come farò sapere a suo tempo a V. S. Illma, né S. A. mette lei queste impositioni, ma li paesi nelle diete che si fanno nelle quali, havendo voce li ecclesiastici, alhora doverebbeno recalcitare se sono contra il dovero aggravati.
Quanto alli Uschochi da principio S. A. credeva che la nave rubbata da loro fosse Venetiana et non di Ancona,12et perciò si 221mosse di darne parte a S. Mtà Ces., dubitando che li signori Venetiani non facessero rumore, et havendo io saputo questo negotio a caso dal v(escovo di) 13Segna et presupponendo egli che fosse Venetiana, io lo credei. Nondimeno non lasciai di far l’officio che havevo commissione nella mia instruttione, et ho dato parte a V. S. Illma di quello che insin’hora si è fatto. Passati questi giorni santi non lascierò di procurare si faccia segnalata demostratione et nova diligenza per fornire di ritrovare le mercantie che mancano. Ma sarà bene di ordinare al commissario o pagatore che sta in Fiume, che in simili accidenti mi avisi, acciò io non parli senza fondamento a S. A.
Mercoledì la principessa partorì una figliuola14...
Fußnoten
- 1 Nr. 67 und 71. Da das Original der Weisung nicht vorhanden ist und keine anderen Anhaltspunkte gegeben sind, kann nicht entschieden werden, ob der 19., wie es in der Minute steht, oder der hier genannte 18. Februar richtig ist.
- 2 Über die Postverbindung vgl. Nr. 1, S. 9 f., Nr. 38, S. 119, Nr. 39, S. 122.
- 3 Der Jesuitenprovinzial war der Meinung, daß kein Friede, sondern nur ein Waffenstillstand geschlossen wurde (Loserth, FRA II/50, S. 224 f.).
- 4 Vgl. Nr. 71, S. 195, Nr. 73, S. 199, Nr. 74, Anm. 28, und Nr. 83, S. 225.
- 5 Schreiben Erzherzog Karls an Gregor XIII. vom 17. März 1581 (Arch. Vat. Nunz. Germ. 78, f. 219r—220r, Orig.).
- 6 Siehe Nr. 67, Anm. 9, und Nr. 73, S. 199.
- 7 Wahrscheinlich Nr. 77.
- 8 Nr. 72.
- 9 Nicht vorhanden.
- 10 Vgl. Nr. 76, S. 208.
- 11 Vgl. Nr. 76, S. 209.
- 12 Vgl. Nr. 68, S. 191, Nr. 71, S. 195, Nr. 76, S. 209.
- 13 Loch im Papier, so daß ca. 7 Buchstaben fehlen; möglicherweise ist vescovo di zu ergänzen.
- 14 Die Erzherzogin wurde am 22. März geboren und erhielt am 29. März in der Taufe den Namen Gregoria Maximiliana. 1597 wurde sie dem damaligen Infanten von Spanien, Philipp III., zur Braut auserkoren, starb aber, ehe sie die Reise nach Spanien antreten konnte, am 20. September desselben Jahres (Khevenhiller, Annales Ferdinandei I, Sp. 187 f. und ebenda Bilderanhang S. 123).