Regest
Reform von Kempten. Visitation von St. Gallen. Schwierigkeiten mit Benediktinervisitator. Erweiterung der Fakultäten Portias.
Archiv
Arch. Vat. F. Borg. III, vol. 48bb, fol. 38r—39v, Kopie.
Brieftext
Poiché V. S. truova così buona dispositione nell’abbate di Campidonia con pio desiderio di riordinare il suo monasterio conforme alle buone regole della disciplina monastica,1noi non dovemo pentirci di haverlo confirmato et favorito, et potemo sperare che mediante la diligenza di V. S. si farà qualche bene alla gloria di Dio benedetto. Et poi ch’ella ha in questo genere così buona mano, le ho veduto volontieri cadere addosso l’altro carico di visitare anco il monasterio di S. Gallo, ove intendemo essersi già fatta la elettione nella persona del decano che dal sig. cardinale Paravicino è lodato per huomo da bene et mediocremente atto a quel carico. 2Con questa credo di mandarle il breve per tal effetto, poiché ch’ella si ritroverà vicina. 3Ma se per qualche occupatione fosse forzata differire l’andata a quel luoco, sarà bene che si prepari l’adito con lettere et che attenda anco che non vi corresse quel nostro buon visitatore benedittino, 4acciò non intorbidasse il negotio fuori di tempo, come si duole mons. di Cremona ch’egli habbia fatto in molto luochi et che faccia di presente nel monasterio di S. Emerano di Ratisbona; però s’egli venisse, V. S. potrà commandargli che non s’ingerisca in cosa alcuna se non quanto a lei parerà bene o che se ne parta subito al suo camino, havendo egli già chiesto e ottenuto licenza di ritornarsene in Italia, donde dice mons. di Cremona ch’egli poteva far di meno di partir, ma se non era più atto all’offitio che gli fu imposto non già per elettione et approvation mia.
375Se comparirà chi solleciti le gratie desiderate da quel priore de cartusiani che vien commendato da V. S. si procurerà di sodisfarlo in quello che possa agevolare la carica sua, et dare occasione a maggior bene; et se ella mi farà intendere più chiaro il suo proprio bisogno intorno alla maggiore esplicatione delle facoltà a lei date dal santo offitio, io farò ogni opera perché ella resti consolata nella più certa commodità di provedere all’altrui salute senza pericolo della propria. Ch’è quanto mi occorre dire in risposta della sua de 75. . .